Live report: SJ Esau & Bob Corn [ITA]
~ Prologo
Padova (casa) e Pegognaga (MN) sono separate da un tratto di A4, uno di E45 e 4 aree di servizio. L’ultima di queste a pochi km dall’agognata uscita è gestita da tale (?!?) ‘IES’. ‘Ies!’ dico, siamo arrivati e ‘ies!’ sembra un buon auspicio, l’esclamazione della serata, pugno stretto e braccio piegato su&giù sul fianco in esultanza simil calcistica. L’aria quasi estiva di Pegognaga è gradevolmente profumata, rara, c’è poco cemento ed il paesino è piccino. Tutto promette bene: e così sia, dirà il senno di poi.
~ Il concerto
Bob Corn e SJ Esau questa la meta spirituale del ns pellegrinaggio. Il luogo fisico, la Casbah, è una bella casona ‘coloniale’ a 2 piani, l’ultimo dei quali, altissimo e restaurato tetto in legno, adibito a sala concerti.
Attacca poco dopo le 23 Tizio Bob Corn Sgarbi, barba, sedia e chitarra. 8 brani a ripercorrere gli ultimi tre anni, dal primo Sad Punk.. all’ultimo Songs.. con due inediti in uscita nel nuovo lavoro. La qualità e le emozioni vanno in cronologico crescendo: man mano che ci si avvicina alle produzioni più recenti la scrittura e la melodia si fanno meno timide e debitrici della triade (Callahan–Molina–Oldham) per arrivare al vero Bob che ci cattura nella cover di She Floated Away degli Husker Du (mò ci tocca riscoprirli questi qui) ed incanta nell’ultimo pezzo ancora senza titolo. Occhio dunque alla prossima pubblicazione: Tizio ci dice d’esser molto propenso ad un suono casalingo e low-fi (gagliardo, ies!) e non possiamo pensare ad un modo migliore per illuminare una personalità ormai pronta a scoprirsi, nervi e peli, lasciar sull’altare i numi tutelari e guardarsi dentro. Un album da affiancare ai Ronin sulla piccola mensola del made in Italy di livello ‘globale’? Le premesse ci sono.
Tocca al timido Sam. Samuel Jeremiah Esau. Immediato il pensiero se ne va a Manyfingers (toh un altro bristolian, ies!), stesso modus operandi (ma solo quello eh), layer + layer, loop by loop a costruire la canzone. Qui però si parla non di post o colonne sonore ma di pop, di quello bello e bastardo. Chitarra protagonista, batteria ‘a bocca’ e bravo chi sta fermo. 4 pezzi ci arrivano dall’autoprodotto Live In Doors (discone), sorta di incubatrice dell’album ufficiale al quale presta le splendide Wears the control & The wrong order, unici 2 brani proposti inclusi in Wrong Faced.. a dimostrazione che qui non si butta via niente. 4 i pezzi nuovi + il popfolk di Note/Notice, brano rielaborato con Yoni ’Why?’ Wolf. Citando alla rinfusa: l’esordio con inedito ‘killer mantra’ (e la testa dondola), l’obliquo elegante incedere di Under Certain Things, la rabbia intermittente dell’inedito ..about smashing things up ( – promette vetri in locali affollati), la bella Wears che si chiude con le nostre bocche aperte davanti al leggendario BBLSTG*! Gemmine variopinte di un patchwork spiazzante ma mai confuso. Cat Track non ce la suona ma non ce ne fa sentire la mancanza. Non c’è nota, non c’è tocco fuori posto, dosata e studiata alternanza di ritmi e ‘ballads’, rumore quiete, rabbia e spensieratezza. Ci sono l’hip & il trip hop, il pop, il punk, la psichedelia e quella vena di brit folk (il pub, al porto) sminuzzati fini fini a fare di Sam un artista terribilmente peculiare. C’è la cura sapiente ed artigiana negli arrangiamenti propria dei grandi: “Non è dire ‘amore’ che fa dell’uomo un poeta ma è come lo dice”. Insomma SJ Esau c’ha stregati e questo par proprio essere solo l’inizio d’una artisticamente anomala ascesa. Oh ‘ies!’
Poco avezzo a tante attenzioni Sam ci confida nel corso della prima audio/intervista di Antifona (stream disponibile a breve su questa pagina) che le critiche piovutegli da Pitchfork lo preoccupano un tantino: non ne sapevamo niente, Pitchfork qui non si legge e si capisce anche perchè.. è la solita Antifona: Pitchfork s u c k s !
~ Epilogo
Guido verso casa col primo pezzo di SJ in testa e un tarlo… Sono le 2 e mezza del mattino. Passo folder dopo folder alla ricerca di quel link: eppure c’è lo so, è li, non lo collego ad un nome ma..
Mark De Nardo! Cristu lo sapevo, eccolo là. Mark De Nardo. O Omac se preferite. Sam deve sentirlo, Sam deve chiedere di lui come spalla nella sua tournee americana! Poi Mark sarà catturato dall’Anticon che così completerà l’opus magnum: radunare il meglio del bastard pop contemporaneo. Il cerchio si chiude. Sono le 3 e mezza, sono arrivato, in tutti i sensi (e si vede). Forse è proprio meglio andare a nanna. Però poi non dite che la bestia non l’aveva detto..
(*curioso/a: vedi sito del gruppo e scopri di che si tratta)
Rispondi